I Tarocchi sono una macchina filosofica, che evita alla mente di divagare, pur lasciandole iniziativa e libertà; si tratta di matematica applicata all'assoluto, l'unione di ciò che è logico con ciò che è ideale, come una combinazione di pensieri esatti tanto quanto i numeri, forse la concezione più semplice e più grande del genio umano.
Eliphas Levi
La prima volta che ho proposto il Laboratorio Libroterapia e Tarocchi il mondo era così sottosopra che mi sono detta che nessuno avrebbe fatto caso al fatto che una psicoterapeuta osasse condurre un gruppo di persone ai confini del simbolico.
Ierisera ascoltando la lectio magistralis di Gospoginov nel Cenacolo di Santa Croce mi sono resa conto che aveva proprio ragione Mallarmé, prima o poi tutte le catastrofi si trasformano in libri. E nella catastrofe pandemica che il mondo stava vivendo, ho cercato un modo per aiutare le persone che leggono con me a fare immagine. Perché sono convinta che le immagini esterne possano essere potenti attrattori di immagini interne: il nostro inconscio, associando e proiettando sulle immagini, avvia l’attività di simbolizzazione. In questo modo ciò che sembrava impossibile da pensare, da dire, diventa costrutto rappresentabile, accessibile alla nostra parte cosciente. Possiamo così aumentare la nostra consapevolezza, conoscerci meglio (e quindi vivere meglio).
Pensiamo al significato stesso di «simbolo» (ripreso da un dizionario di psicologia): ″Termine derivante dal greco synballein, che significa mettere insieme. In origine, designava le due metà di un oggetto spezzato, un anello o una moneta, ad esempio, ricomponibile attraverso il loro avvicinamento: in tal senso, ciascuna parte diveniva un segno di riconoscimento. Il s. ha tratto dall’evoluzione di tale funzione pratica una funzione rappresentativa, configurante lo stare al posto di, che da una parte lo avvicina al segno, a tal punto da esserne talvolta assimilato, e dall’altra lo oppone a esso. In quest’ultimo caso, mentre il segno combina convenzionalmente qualcosa con qualcos’altro, il s., richiamando la sua parte corrispondente, rimanda a una particolare realtà non determinata dalla convenzione, bensì dalla ricomposizione delle parti. Al di là della filosofia, della teologia e dell’antropologia, in cui il s. è un tema centrale, largo è l’impiego di tale concetto da parte della psicoanalisi e soprattutto della psicologia analitica”.
Fare simbolo è una attività importantissima per la nostra individuazione, per quel diventare noi stessi che Jung proponeva come unica via verso il benessere, l’eudaimonia. Ma non ci riusciamo sempre. Per molte ragioni questo meraviglioso ingranaggio che è la psiche si può inceppare: magari non riusciamo a ricordare i nostri sogni (anche qui le motivazioni possono essere le più disparate), non ci prendiamo il tempo di elaborare i nostri vissuti o connotazioni emotive troppo impattanti ci impediscono di farlo…insomma un aiuto esterno può giovare tantissimo.
Essendo una grande appassionata di Tarocchi, mi sono detta che avrei potuto inserirli nei miei percorsi di Libroterapia, in cui già accompagno da anni lettrici e lettori a leggere se stessi attraverso la narrativa.
Ma perché i Tarocchi e non altri stimoli di immagini, come ad esempio le famose carte del gioco Dixit (che pure sono bellissime ed uso in altri contesti)?
Il mazzo dei Tarocchi ha già un suo sistema simbolico di riferimento, è già un possibile linguaggio. Per questo abbinare le carte del mazzo alla narrativa è tradurre, proponendo così alcuni concetti alla nostra psiche su più piani: la lingua in cui la narrativa è scritta, le immagini che le parole evocano (per l’attività stessa della word visual forming area, il consorzio di aree del nostro cervello che si occupa della lettura), le immagini dei Tarocchi per la loro dimensione grafica e per i simboli che riportano, le carte per il loro significato nel sistema del mazzo.
Lo so, sembra tutto molto complesso. Ed è per questo che nel Laboratorio procediamo piano: ci sono i video di spiegazione dei Tarocchi (che partono dalle basi, per chi proprio non ha mai preso in mano il mazzo) e ci sono le esercitazioni guidate che aiutano a muovere i primi passi nell’abbinamento tra carte e libro appena letto.
Dopo qualche sessione le persone leggono con il mazzo vicino al libro, per poi arrivare a evocare mentalmente le carte senza nemmeno avere bisogno di averle davanti.
Questo può portare a intuizioni meravigliose: se sto leggendo un romanzo la cui protagonista mi colpisce particolarmente in positivo e quando lavoro con le carte arrivo a dirmi che secondo me è La Papessa, posso fermarmi lì oppure entrare ed uscire dai vari piani chiedendomi se ci sono significati della carta che mi aiutano a vedere caratteristiche del personaggio che non avevo notato. Ed è già una discesa nel significato, che può procedere se mi domando in che cosa io sono vicina alla carta La Papessa o ancora come starei io nei panni della protagonista alla luce delle scoperte che la carta mi ha permesso di fare.
Usando più di una carta, facendo piccole stese e abbinamenti sempre più raffinati, la storia che sto leggendo mi permette di riflettere molto più di quanto farei semplicemente leggendo. Mi chiede di soffermarmi, di scavare.
I Tarocchi (e qui parla la mia voce da collezionista) hanno una miriade di declinazioni diverse: esistono mazzi più storici come mazzi artistici, che permettono ad ogni persona di cercare le immagini più vicine al proprio immaginario interno. Cercare queste immagini, misurarsi con un mazzo e poi cambiarlo perché non fa per noi, è una prima attività di ricerca di spazio personale (per questo nel Laboratorio durante le sessioni mostro più esempi di mazzi per aiutare le persone a trovare quello più adatto).
Alejandro Jodorowsky ha detto che "Un mondo in cui ci sono soltanto parole è un universo privo di creatività. Le parole risultano isteriche quando sono assunte come un linguaggio in cui l'oggettività è rappresentata dalle parole stesse". Ne potremmo discutere a lungo, ma sono convinta che i Tarocchi debbano anche essere un meraviglioso gioco, per aiutarci, anche, ad abitare quella leggerezza tanto cara a Calvino e consentirci di abitare le storie e usarle per arricchire il nostro mondo interiore.
Se ti va di dirmi cosa ne pensi, sarà un piacere leggere i commenti!